Bertesina è una frazione del comune di Vicenza
Vicenza, 1891 – 1967
Bertesina è una frazione del comune di Vicenza
collocazione attuale del gesso: collezione privata
Collocazione attuale: Cimitero Maggiore di Vicenza – cappella n. 17
La scultura fu presentata all’ Esposizione nazionale d’Arte di Vicenza del 1920.
Collocazione attuale: sconosciuta
Collocazione attuale: sconosciuta
La scultura è stata presentata alla Biennale del 1920. Ha vinto il Premio Opera Nazionale Combattenti.
La XII Esposizione d’Arte di Venezia del 1920 è stata la prima edizione a cui ha partecipato l’artista.
Collocazione attuale del gesso: collezione privata
La tomba della Famiglia Boschiero si trova nel Cimitero di Vicenza, in una cappella d’angolo della V galleria
Fotografie d’epoca dell’archivio dell’artista.
Giuseppe Zanetti, scultore
Nacque a Vicenza il 3 marzo 1891 da una famiglia di profonde tradizioni artistiche, originaria di Venezia: il nonno paterno, un rinomato scultore del legno, fu uno dei primi Cavalieri del Lavoro del Regno d’Italia, mentre il prozio sacerdote fu il creatore del Museo del Vetro di Murano.
Giuseppe Zanetti si rivelò fin da giovane un promettente scultore e fondò, con altri artisti vicentini, una fraglia di “bohémiens” che riscuoteva la simpatia della cittadinanza e dalla quale emersero nomi come Ubaldo Oppi e Miro Gasparello.
Nel 1915, allo scoppio della Prima Guerra mondiale, fu chiamato alle armi e partecipò con valore a vari combattimenti per quattro lunghi anni, dall’Altopiano di Asiago all’Albania. Ritornò dal conflitto con due Croci al Valore ma anche con la malaria, dopo aver superato la “spagnola” e schivato il colera che aveva falciato l’esercito serbo in ritirata. E fu proprio la malaria a spingerlo, lui cacciatore di palude e di collina, a salire sui monti in cerca di aria più salubre.
Percorse prima in lungo e in largo l’Altopiano di Asiago e poi le Piccole e le Grandi Dolomiti, rinforzando l’amore per la montagna, tanto da divenire tra il 1937 e il 1939 presidente della sezione del Club Alpino Italiano (CAI) di Vicenza. Fu sua l’iniziativa di svincolare dalla comproprietà con la sezione di Schio il rifugio di Campogrosso che divenne poi la casa degli alpinisti vicentini.
Nel silenzio della sua dimora sul colle Berico, al cospetto delle sue montagne, anche la sua tecnica ottenne elevazione e si perfezionò via via nelle forme sempre più semplici e umane, trovando grande ispirazione, soprattutto nell’arte sacra in cui egli maggiormente si distinse. Emerse presto come scultore con accentuata personalità e fu invitato giovanissimo ad esporre in più edizioni della Biennale di Venezia, ottenendo ambiti premi e riconoscimenti. Espose pure alla Quadriennale di Roma, a Ca’ Pesaro a Venezia e in altre città, mentre le sue opere cominciavano ad essere acquistate da musei e gallerie. Tra le realizzazioni del primo periodo, premiate alla Biennale, vanno menzionate: il Cristo flagellato, Il cieco e l’orfano di guerra e la Maternità errante.
Un gran numero di sue pregevoli sculture abbelliscono edifici e piazze di varie città. Egli scolpì i monumenti vicentini al Fogazzaro, al Pigafetta, agli Invalidi del Lavoro, ai Battaglioni Alpini, al Battisti, al Ferrarin, ai Caduti della Grande Guerra in Villa Guiccioli e allo Zanella nella chiesa di San Lorenzo. Ma numerosi sono anche i monumenti ai Caduti da lui realizzati nel territorio, tra i quali spicca quello di Noventa Vicentina, giudicato, nel suo soggetto, tra i migliori d’Italia. Si ricordi poi la fontana nella piazza di Asiago e il monumento Finzi ad Arzignano. Sono pure sue alcune statue che abbelliscono l’Ossario del Pasubio e quelli di Asiago e di Treviso, la chiesetta degli Alpini di Montecchio Maggiore, il santuario di Monte Berico, le chiese di Bertesina e di Cusinati, la Cappella Cardinalizia in Vaticano, il tempio votivo del Lido di Venezia, la Cassa di Risparmio della medesima città e due gallerie di New York. Infine nel cimitero maggiore di Vicenza scolpì la tomba del tenente Negri de’ Salvi, del cittadino Bedin Aldighieri e altre, tra cui quella della sua famiglia.
Morì a Vicenza il 28 gennaio 1967. L’amico avv. Giovanni Teso, scomparso pochi mesi dopo di lui, ci lascia questa testimonianza: «[. . .] possiamo ben scrivere di lui che come uomo fu un puro, come artista un sommo, come soldato un eroe, come cittadino un raro esempio di rettitudine e di onestà».
La chiesetta degli Alpini dei Castelli di Montecchio è un piccolo sacrario dedicato alla Madonna, eretto per assolvere al voto di un soldato ritornato dal fronte russo. Tutta la decorazione scultorea è opera dell’artista.
Fu inaugurata la prima domenica di maggio del 1946.
La chiesetta si trova a Montecchio Maggiore (Vicenza).
Fotografie d’epoca dall’archivio dell’artista
la chiesetta
l’altare
la Madonna dei Castelli
l’ingresso
Papa Pio X e la Madonna di Fatima
la costruzione della chiesa
la nascita di Gesù e i santi Francesco e Caterina
le nozze di Maria e Giuseppe, Santa Giulia e San Maurizio
l’Annunciazione